Visita guidata presso Mazara Del Vallo
Mazara è una realtà dai mille volti artistici e che non smette mai di stupirci. Dalle bellissime chiese barocche al quartiere normanno, infatti, ci sono molte cose da scoprire e ammirare. Il 20 marzo scorso sono stata proprio a Mazara per un'uscita didattica guidata dai docenti di Storia dell'arte Galifi e Ciotta. La visita ha riguardato sei siti che si possono visitare nella città, ubicati tra il centro e la costa.
Il Teatro Garibaldi, detto anche Teatro del popolo.

Situato in Via Carmine, fu costruito nel 1848, nel pieno del governo borbonico. I dettagli che maggiormente colgono l'occhio del visitatore sono la semplicità delle decorazioni e il fatto che al teatro manchi un palchetto reale. Questo perché l'edificio era stato trasformato in un teatro da un magazzino ligneo dal popolo, per il popolo a testimonianza che tutti gli uomini sono uguali. Essendo un teatro di umile costruzione, anche le decorazioni erano piuttosto povere e semplici: i palchetti erano decorati con dei simboli del folklore siciliano (ovvero dei fiori), ed erano tappezzati all'interno con le stoffe usate per i divani in casa. Inoltre, il particolare più forte di tutte le decorazioni è presente sul palcoscenico: vi è una rappresentazione della Trinacria, in segno di sicilianità, che a sua volta era una manifestazione di ribellione del popolo siciliano contro il regno dei Borbone. Quando l'esercito borbonico sbarcò in Sicilia e scoprì del teatro, lo fece chiudere immediatamente. Dopo l'eroica spedizione dei mille capitanata da Giuseppe Garibaldi e la successiva liberazione del Sud, il popolo intestò il Teatro allo stesso generale. Una volta riaperto e restaurato, il teatro continuò la sua attività regolarmente.
Il museo del Satiro danzante.

Se ci spostiamo in zona Piazza Plebiscito, potremo ammirare la bellezza del Satiro danzante di Prassitele, una scultura bronzea risalente al periodo ellenistico, esposta nel museo allo stesso dedicato. La sua storia è alquanto misteriosa e affascinante: i fatti ci raccontano che una notte, dal fondale del mare, il peschereccio "Don Ciccio" nel 1997 pescò una gamba bronzea; successivamente nella notte fra il 4 e il 5 marzo del 1998 lo stesso peschereccio portò alla luce il resto della scultura, tranne un braccio che andò perduto. Il satiro è una figura mitologica antropomorfa con alcuni attributi caprini (le orecchie a punta, per esempio) legata al culto di Dionisio. Il soggetto è rappresentato mentre danza con i capelli al vento. In origine, la scultura doveva avere le braccia aperte, una che teneva un tirso e l'altra una pelle di pantera. La sua importanza è dovuta al fatto che potrebbe essere l'unica statua originale di Prassitele arrivata ai giorni nostri. Il satiro, tuttavia, non è l'unica cosa fruibile al Museo, infatti sono esposte anche delle anfore di epoca fenicio-punica, la riproduzione bronzea di una zampa di elefante e delle pergamene in pelle di razza.
Chiesa tardo-barocca di San Francesco D'Assisi.

In Via Monsignor La Cava è possibile visitare la Chiesa tardo-barocca di San Francesco. Da fuori può sembrare un edificio anonimo o spoglio, ma all'interno si apre un mondo di magnificenza e stupendi decori. Sorge sulle rovine di un precedente edificio religioso: la Chiesa di San Biagio, fatta erigere nell'XI secolo dal conte Ruggero d'Altavilla. La cripta, addirittura, risale al 250 d.C. Originariamente in stile arabo normanno, nel 1680 Mons. Grifeo la fece trasformare in stile barocco. Gli interni furono arricchiti da ornamenti e rilievi in stucco raffiguranti soprattutto puttini dalle ali di angioletti. Persino i tendoni che si aprono davanti le nicchie di fronte l'altare sono stati realizzati di stucco. Davanti all'altare sono collocate, rispettivamente a sinistra e a destra, le sculture di San Pietro (con le chiavi del Paradiso in mano) e San Paolo (con il libro).
La Chiesa di San Michele Arcangelo.

Se ci si sposta di pochi metri, in Piazza San Michele, potrete ammirare anche la Chiesa di San Michele Arcangelo, accanto alla quale sorge un monastero di monache benedettine di clausura che, oltre alle consuete attività di preghiera e studio, si dedicano con costanza e in silenzio al ricamo e alla "pasticceria": cucinano, infatti, i deliziosi muccunetti ripieni di zuccata. La chiesa fu eretta da Giorgio d'Antiochia nel XII secolo , tuttavia lo stile barocco si deve solo alla ricostruzione del XVII voluta dalla badessa Ausilia Lazzara. Nel 1678 il vescovo Giuseppe Cicala la fece consacrare e vi pose dentro una lapide a testimonianza di tale evento. L'interno venne decorato con stucchi nel 1697 e arricchito d'oro nel 1764 sotto la direzione della badessa Maria Benedetta Gerbino. Nel prospetto vi sono anche le statue di San Bernardo, San Benedetto Santa Scolastica e Santa Gertrude. Al centro del frontone triangolare fa bella mostra di sé la statua di San Michele Arcangelo.
La Chiesa Madre o Cattedrale del Santissimo Salvatore.

La Cattedrale del Santissimo Salvatore, originariamente in stile normanno, in Piazza della Repubblica, fu eretta per volere di Ruggero I tra il 1086 e il 1093 e la sovrintendenza dei lavori fu affidata al vescovo Etienne De Rouen. Dell'antica basilica, tuttavia, non restano che l'abside e il transetto. Nel 1600 fu ricostruita in stile barocco siciliano da Don Pietro Castro. In alto fa bella mostra di sé un crocifisso ligneo nello stile di Cimabue che, nel giorno di Pasqua, viene girato e mostra la rappresentazione di un agnello al centro e i quattro evangelisti agli estremi della croce. Sul piano dell'abside vi è una composizione di Antonello Gagini nel 1535 che raffigura Gesù al centro, in alto. Accanto a lui vi sono i profeti Elia e Mosè e, più sotto, i suoi discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni.
Rovine della Chiesa di Sant'Ignazio.

Ubicata in Piazza del Plebiscito, accanto al Collegio con il quale comunicava, era una basilica in stile barocco. Crollò nel 1933 e, successivamente ai bombardamenti del 1943, fu abbattuto il campanile. Oggi non restano che la facciata frontale e alcune colonne degli ambienti interni.