Recensione del film "C'è ancora domani"

18.05.2024

"Se po sapé perché questo al primo giorno piglia più de me?"Quello è omo, no?"

C'è ancora domani è un film del 2023 diretto e interpretato da Paola Cortellesi che si è fatto apprezzare per la delicatezza e la semplicità con cui tratta temi tremendamente attuali, come la violenza sulle donne.

E' un film che acquisisce ancora più importanza in seguito al ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin che ha rappresentato per l'Italia l'ennesima sconfitta. La Cortellesi a riguardo si stringe attorno al dolore dei parenti della vittima e esorta tutti quanti a fare qualcosa, perché noi possiamo decidere: l'Italia è una repubblica democratica e ognuno di noi deve riconoscere il proprio diritto e dovere di AGIRE sull'intollerabile.

La prima scena chiarisce fin dall'inizio l'andamento di tutto il film: Delia dà il buongiorno a suo marito Ivano, lui ricambia con un sonoro ceffone in faccia e da lì lei comincia la sua routine giornaliera come se niente fosse. Il tutto si svolge sullo sfondo in bianco e nero del neorealismo che come su un palcoscenico sul quale siamo saliti tutti, da italiani, Delia si trasforma nella madre di tutte le donne di domani. Alla fine si capisce che è stato costruito tutto sulla base dell'imbroglio grazie alla tecnica dell'aringa rossa utilizzata per introdurre in sceneggiatura una serie di falsi indizi per depistarti e poi sorprenderti sul più bello con un gigantesco colpo di scena. Si chiama così dall'usanza anglosassone, durante le campagne di caccia, di usare aringhe affumicate rossastre dall'odore molto forte per distrarre i cani dei cacciatori concorrenti e quindi sviarli su false piste.

Nel caso del film i falsi indizi sono come la "lettera" destinata a Delia oppure i soldi che lei conserva dai suoi lavoretti, tutto fa pensare che sarebbe partita e finalmente sarebbe scappata dal marito violento, ma quello che succede alla fine è cento volte più potente. Quel colpo di scena finale delle elezioni del 1946, le prime a cui le donne poterono partecipare, poiché inaspettato, genera un'emozione ancora più forte. All'inizio sembra che Paola voglia raccontarci di una storia d'altri tempi e in realtà, purtroppo, è una storia anche di oggi. Visivamente ci viene suggerito col cambio del classico formato 4:3 che si spalanca in un moderno 16:9.

Durante un'intervista alla Cortellesi, le viene chiesto da un quindicenne il perché della scelta di inserire una nota comica in una linea narrativa prettamente drammatica e lei risponde, semplicemente, che è perché la vita ha entrambe le note. La vita ha più colori, quelli prevalenti in questi ultimi anni in cui la violenza sembra aver preso il sopravvento sono sicuramente il rosso del sangue e il grigio degli animi e dei volti, ma ho speranza di un futuro migliore con gente migliore e colori migliori.

-LA GRUTTA ADELE

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