Recensione de “L’Attimo fuggente”

"L'attimo fuggente" è un bellissimo film del 1989 diretto da Peter Weir, dalla durata di 2h e 8 min, che grazie alla sua storia e al cast ben scelto è riuscito a parlare a moltissime generazioni per più di trentacinque anni.
La storia è ambientata nel Collegio maschile americano di Welton, frequentato da numerosi ragazzi provenienti da famiglie agiate e prestigiose. Tra i vari studenti che frequentano la scuola, vi è Todd Anderson (Ethan Hawke), un giovane intelligente ma molto timido, nuovo iscritto a Welton. Suo compagno di stanza è, invece, Neil Perry (Robert Sean Leonard), un ragazzo brillante avviato dal padre alla carriera medica, nonostante egli sogni di diventare un attore. Tra tutti loro, vi è il Professor John Keating (il magnifico Robin Williams), un appassionato insegnante che vuole trasmettere ai suoi alunni la bellezza della vita tramite lo studio e la scrittura della poesia. Egli stesso ripete: "Carpe Diem. cogliete l'attimo, ragazzi, rendete la vostra vita straordinaria!".
Gli studenti, attratti dal fascino dell'insegnamento di Keating, decidono di fondare un club in cui riunirsi la sera, tra le forti pareti di una grotta: nasce la Setta dei Poeti estinti. A una vita piena di sogni e di voglia di libertà, purtroppo, si contrappongono anche le rigide aspettative delle famiglie dei ragazzi, che porteranno a conseguenze molto dure e spiacevoli nel finale della pellicola. La conclusione, caratterizzata dalla scena del film più emblematica e famosa, consoliderà l'insegnamento di Keating, e porterà a riflettere sull'importanza della propria vita e delle proprie passioni.

Il cast di "L'attimo fuggente". Da sinistra: Gale Hansen, Allelon Ruggiero, Robin Williams, Ethan Hawke, Dylan Kussman, James Waterson (dietro), Josh Charles e Robert Sean Leonard (in basso a destra).
Fin dalla prima volta che ho visto "L'attimo fuggente", ho capito che quel film mi sarebbe rimasto nel cuore. Ciò che mi ha fatto apprezzare così tanto la storia è stato, innanzitutto, il ruolo del Professor Keating. Robin Williams è riuscito a dare un'interpretazione magistrale al suo personaggio, riempiendolo di quella magia con cui ha sempre recitato le sue parti. Il professor Keating va ben oltre lo schermo. Anzi, durante la rappresentazione, sembra proprio di trovarsi a una delle sue lezioni, a parlare di poesia e a studiare la fugacità della vita stessa.
Facciamo parte della specie umana, riempita di bellezza, amore e passione, questo è quello per cui viviamo.
Il messaggio che viene principalmente dato è un marcato incoraggiamento a cogliere ogni attimo della vita, senza lasciarne andare nemmeno uno. Nonostante credo che sia molto difficile parlare di un personaggio così pieno di passione come John Keating, spero che le parole della mia recensione non sembrino troppo banali per spiegare la morale del film, accanto alla grandezza di Robin Williams, che riesce a cogliere ogni sfumatura di questo concetto. Continuare a immaginare, a sognare, a sperare e credere in ciò che amiamo, a riempire la nostra vita di magnificenza e farne qualcosa che noi stessi possiamo amare. Farne qualcosa che raccolga tutto ciò che ci appassiona e possa coronare il nostro capo di autentica gioia e consapevolezza. Allora le nostre scelte vanno condivise, confrontate e, se considerate giuste sia da noi che dagli altri, potranno essere accettate. Infatti, solo da una scelta consapevole, la nostra vita può diventare qualcosa di straordinario.
Quando scrivo, mi metto sempre al primo posto. Perché in questo modo posso credere in me e nelle mie idee, posso riuscire nei miei progetti.
-LO PILATO SERENA