La tradizione dei manga: un settore in crescita costante

13.03.2025

Il mercato letterario internazionale ai giorni d'oggi pullula di generi tra i quali spaziare. Tra tutti ce n'è uno in costante ascesa fatto di immagini ad alto impatto visivo: sto parlando dei fumetti giapponesi, i cosiddetti manga.

Sicuramente uno dei fatti più interessanti è legato alle loro antichissime origini, datate tra il XIII e il XII secolo, quando venivano usati i rotoli di pergamena Emaki (appunto rotoli illustrati). Il più famoso esempio è il choju jinbutsu giga, illustrazioni caricaturali di fauna e flora selvaggia, tra cui conigli e rane in posizioni alquanto stravaganti, probabilmente nell'azione di ballare.

La parola Manga tuttavia è stata coniata solo nel diciannovesimo secolo dall'artista Rakuten Kitazawa, che attribuì a questa parola il significato di "immagine bizzarra". Tuttavia il primo fumettista si può individuare nel pittore Katshushita Hokusai (1760-1849), celebre per aver dipinto La Grande Onda.

In un certo senso La grande onda di Hokusai potrebbe essere definita una sorta di Manga ante litteram, per il suo stile capace di mettere in atto sia passione e impeto d'animo che creatività e tratto innovativo. Hokusai fu definito un uomo "pazzo per la sua arte", in quanto dedicò alla pittura tutta la sua vita ispirandosi in particolare allo stile morbido e caratterizzato da raffigurazioni curvilinee

Quando nascono, dunque, i fumetti manga? Nonostante i giapponesi abbiano sempre mostrato una spiccata predisposizione verso il disegno e la pittura, i primissimi fumetti sono databili nel periodo che va dal 1814 al 1878, in parte realizzati proprio dallo stesso Hokusai per i suoi studenti: si tratta infatti di una raccolta di ben quindici volumi in cui sono raffigurate scene di vita quotidiana, sempre con uno stile tanto satirico quanto spontaneo.

Con l'occupazione americana del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, i manga vengono influenzati dai fumetti e cartoni animati della cultura occidentale. Nel 1928 nacque Osamu Tezuka, considerato l'autore più importante, il "Dio dei Manga", che gettò le basi del manga moderno nel 1947 con la pubblicazione di Shin Takarajima (giunto in Italia con il titolo "La nuova isola del tesoro").

Bisognerà tuttavia aspettare gli anni '70 e '80 del secolo scorso per vedere il periodo d'oro della fama dei manga e l'inizio della loro ascesa. Molti dei fumetti che penetrano nel mondo occidentali vengono poi trasformati in cartoni animati, spesso lunghe serie che prendevano il nome di Anime. Accanto al precedentemente citato Tezuka, infatti, si posiziona Kiyoshi Nagai, detto Gō Nagai, per essere salito

alla ribalta con i suoi fumetti dalle tinte fantascientifiche e talvolta horror, con protagonisti come UFO e robot. È infatti lui la mente che ideò Devilman, la serie avente come protagonista un terrificante

demone che in Italia fu trasmessa in TV dal 1991 al 1993 solo su reti regionali, molto criticata però da un pubblico adulto preoccupato per i propri figli a causa dei contenuti violenti e del linguaggio volgare.

Di argomento affine è L'uomo Tigre di Ikki Kajiwara, un successo destinato a diventare planetario e al contempo oggetto di svariate controversie. Inoltre sembrerebbe quasi uno strano scherzo del Karma raccontare che lo stesso Kajiwara fu arrestato dopo il successo del cartone animato, a causa di reati vari quali rapine e spaccio di droga.

Vi è poi Monkey Punch, pseudonimo di Kazuhiko Katō, altro fumettista destinato ad avere un incredibile successo con Lupin III, uno scaltro e inafferrabile ladro dai tratti caricaturali, protagonista di improbabili avventure in cui ogni volta riesce a sfuggire a quell'incapace e imbecille ispettore di Zenigata (soprannominato Zazà dallo stesso Lupin). Alla regia figura anche un giovane Hayao Miyazaki, destinato a diventare uno dei migliori registi di anime di tutti i tempi.

Diametralmente opposto alla figura di Lupin, vi è Detective Conan di Gōshō Aoyama.

A divertire poi un pubblico di bambini arrivano le avventure di Doraemon, il gatto robotico nato dalle menti di Hiroshi Fujimoto e Motoo Abiko, anche creatori di Carletto, principe dei mostri.

Tra le donne più emblematiche del mondo manga riecheggiano nomi come Naoko Takeuchi, la celeberrima creatrice di Pretty Guardian Sailor Moon, giunta in Italia durante gli anni '90, divenne un idolo del giovane pubblico femminile e un simbolo della cultura Giapponese. Ancora ai nostri giorni Sailor Moon è oggetto di ammirazione e di vari remake, come Pretty Guardian Sailor Moon Crystal, prodotto per Netflix.

Vi è anche l'amatissima Love me Knight, meglio conosciuta come Kiss me Licia, dalla regia di Osamu Kasai, si tratta di una dolce commedia romantica di musica e amore creata da Kaoru Tada, una delle serie più apprezzate e meglio accolte, a raccogliere maggiori ascolti e telespettatrici in

questo genere, lasciando purtroppo alcuni lavori incompleti, stroncata improvvisamente da un'emorragia cerebrale a soli 38 anni.

Un altro dei manga e anime più famosi e sicuramente meglio riusciti di tutti i tempi è Occhi di gatto, creato da Tsukasa Hōjō, con tre furbissime sorelle come protagoniste, che formano una celebre banda di ladre. Il nome della loro squadra dà anche il nome al manga. È molto importante specificare che ai giorni d'oggi la serie di Occhi di Gatto è diventata un'icona e un simbolo inimitabile dei fumetti manga,

in Italia resa "immortale" grazie all'indimenticabile sigla di Cristina D'Avena.

A suscitare fascino e ammirazione fu anche Le rose di Versailles, mandata poi in onda col titolo di Lady Oscar, la famosissima serie di manga creata da Riyoko Ikeda, avente come protagonista Oscar Francois de Jarjayes, una donna allevata dal padre come un uomo al fine di ricoprire la carica di Comandante delle Guardie Reali alla reggia di Versailles, trasmessa in Giappone dal 1972 al 1973 e in Italia dal 1982 al 1990. 

Diretta dai maestri Tadao Nagahama e Osamu Dezaki, la serie ebbe un debutto straordinario, destinata poi a diventare un film nel 1979. È però importante specificare che molte di queste serie (non è certo il caso di Kiss me Licia, o altre come Hello Sandybell o Heidi) che in Italia venivano presentate come prodotti per bambini per il solo fatto di essere dei cartoni animati, erano indirizzate in Giappone a un pubblico adulto e consapevole, in quanto erano spesso piene di scene violente o considerate non adatte a un giovane pubblico. Per questo motivo finirono per diventare oggetto di controversie e non scamparono alla

censura (tra questi proprio Lady Oscar, Georgie e perfino Mila e Shiro).

Italia tra il 1983 e l'anno successivo. La stessa Tada si dedicò molto a

del Periodo Edo (1603 – 1868), l'ukiyo-e.

Blog del Liceo Classico di Marsala-Laboratorio di scrittori digitali
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